Il gioco d’azzardo diventa un problema quando si trasforma in una abitudine a cui non si può resistere. Può avere serie conseguenze di ordine primariamente finanziario, ma anche emotivo e personale. Si parla allora di gioco d’azzardo patologico (GAP)
Nonostante il rischio di sopraffazione, il gioco d’azzardo è comunemente accettato a scopo ricreativo in contesti amicali e familiari. Quando però smette di essere un intrattenimento sporadico assume il ruolo di uno stimolo positivo a cui si associano idee distorte di ricchezza, riscatto personale e autostima.
Alla costruzione di tali immagini idealizzate contribuiscono le pubblicità, del tutto legali in Italia, che presentano le scommesse come un’attività divertente e vantaggiosa. Pensiamo di dare 100 euro ad uno sconosciuto che ci assicura di rendercene 1000 il giorno dopo, forse. Pensiamo ora di dare le stesse 100 euro alle agenzie di scommesse. Nel secondo caso pensiamo che non ci sia nulla di avventato, perché sappiamo che altre migliaia di persone lo fanno ogni giorno, e di queste qualcuno ogni tanto vince qualcosa.
E poi i luoghi dove è possibile fare un qualche gioco d’azzardo sono ovunque. Tabaccherie, edicole, agenzie di scommesse in pieno centro, sale da bingo, video pocker e slot machines ben allestite. Tutto contribuisce ad invogliarci a partecipare.
Quando la ripetizione del gioco rende lo stesso qualcosa di familiare verso cui ci si sente persino competenti inizia la dipendenza psicologica. Questo diventa chiaro appena si nota che il pensiero del gioco si fa ricorrente, e il bisogno di vincere va oltre il divertimento.
Perché è difficile smettere di giocare d’azzardo nonostante le perdite subite?
Scommettere può fornire una ricompensa che va oltre il guadagno, anche perché di fatto questo è raro. Può essere visto come un modo facile di fare soldi extra. La promessa di una vincita davvero allettante, magari dopo ripetute sconfitte, può innescare una rincorsa alla “volta buona”. Oppure può aiutare a distrarsi da sensazioni spiacevoli.
Molti giocatori sono anche superstizioni e possono sviluppare delle routine ben precise per favorire la sorte. Esplicando dei veri e propri sintomi ossessivo compulsivi che aggravano il senso di disagio. Il quale viene negato con tenacia.
Come e quando si decide di smettere con il gioco d’azzardo?
Nessuna storia è uguale. Alcune persone hanno vissuto tante conseguenze negative (finanziarie, professionali, familiari, legali..) che non hanno altra scelta che smettere. Questo però non vuol dire che la dipendenza psicologica sia stata superata.
Altri riescono a fermarsi non appena scorgono le possibili conseguenze nefaste, o quando gli viene lanciato un ultimatum.
Un’altra strada porta il giocatore, o la sua famiglia, a rivolgersi ad un terapeuta privato o nel servizio per le dipendenze (SERD) presente presso la ASL della propria provincia.
L’obiettivo principale in terapia è superare la dipendenza attivando le risorse personali e sociali necessarie. La relazione terapeutica può avere un forte impatto sul cambiamento personale del giocatore, che inizia ad operare scelte di vita dirette al proprio benessere.