Coaching… cos’è? Perché lo faccio?
In questa pagina spiego brevemente cos’è il coaching e perché ho deciso di diventare life coach.
Cos’è il coaching?
Il coaching è un metodo diverso per approccio dalla psicologia.
E’ un metodo direttivo e basato sul mettere in pratica. Le dinamiche che creano un risultato sono esaminate al fine principale di modificarle in direzione del risultato che si vuole ottenere.
Il coach, a differenza dello psicologo, propone molto più spesso consigli e suggerimenti utili su come sbloccarsi e raggiungere l’obiettivo. Sempre, si spera, cercando di evitare soluzioni precostituite. Ma stimolando piuttosto l’altro ad attingere alle proprie risorse e trovare la sua strada. Come nella terapia centrata sul cliente di Carl Rogers, si adotta il metodo Socratico della maieutica, che consiste nello stimolare nuove idee nell’altro.
Il coaching deriva dal mondo dello sport. L’americano coach equivale al nostro allenatore (il CT, il mister..). E’ colui che guida gli atleti e la squadra, li prepara fisicamente e mentalmente a dare il massimo in campo.
Attualmente il termine comprende chiunque il cui lavoro sia di insegnare alle persone come migliorare in vari ambiti. D’altronde il verbo to coach significa guidare, addestrare, dare suggerimenti, istruire nei fatti.
Il coaching sottintende l’idea di guidare qualcuno in specifiche situazioni e aspetti della vita. All’atto pratico il life coach non differisce molto dal mental coaching. Entrambe le fattispecie di coach lavorano su vari aspetti della vita (alimentazione, esercizio fisico, relazioni sociali, abitudini ecc…), e sui processi mentali e decisionali (ideazione, revisione, programmazione ed esecuzione di schemi mentali finalizzati).
Per fare un buon coach occorre padroneggiare un insieme di principi, sia di ordine psicologico sia legati al concetto di performance, sul quale si basa l’essenza stessa del coaching.
Voglio evidenziare anche il concetto di crescita personale. Il coaching, così come qualsiasi metodo di miglioramento, riguarda la propria crescita. La crescita personale è qualcosa che non ha mai fine. Ed è costantemente sostenuta dal desiderio di migliorare dal punto di vista umano, per sé stessi e per gli altri. E’ un processo continuo. E ci piace.
Perché ho deciso di diventare life coach?
Sono arrivato alla decisione di offrire Life Coaching (o Mental Coaching) perché credo di avere assimilato abbastanza esperienza sul piano umano, psichico, sociale, economico e formativo. Senza gli anni di studio prima di psicologia e poi di psicoterapia forse non avrei avuto il coraggio di propormi come coach di qualcuno sulla base di qualche giornata di formazione “intensiva” e di molti libri ridondanti letti, o per sfruttare le mie doti comunicative. Ho lavorato in diversi contesti e con molte persone sia come psicologo che come formatore, ma soprattutto ho lavorato su me stesso. E ora sento di poter spendere il mio bagaglio di esperienza e competenza in questo settore. Ricordo che la professione di coach in realtà non esiste e non è regolamentata da alcun tipo di contratto di lavoro o ente riconosciuto dagli stati. Di conseguenza non esiste nessuno standard sulla formazione e sulla pratica.
Da qualche anno svolgo la libera professione di psicologo a Pescara. Questo lavoro mi insegna continuamente molto sul processo del cambiamento.
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Il mondo emozionale e lo sviluppo affettivo che caratterizza ognuno di noi merita il dovuto rispetto. La volontà dell’Io di andare oltre i propri limiti ha bisogno di onestà e di riconoscimento, altrimenti gli schemi inconsci continueranno a manifestarsi.
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Per ottenere il massimo dal Coaching, che attinge il suo metodo da varie fonti, è fondamentale lavorare anche sugli aspetti psicologici.
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Quindi un lavoro ben impostato si muove su due piani, quello più macroscopico dell’azione e quello più sottile degli stati emozionali.
Mentre iniziavo ad interessarmi alla psicologia, alla fine degli anni 90, conobbi la programmazione neuro linguistica, e fui inizialmente incuriosito dalle promesse sensazionali dei vari guru. Imparai a discernere con senso critico le aspettative dalla realtà. Ed ho mantenuto l’interesse per il confronto tra metodi e teorie diversi. Da allora ho sempre continuato a confrontarmi con teorie e metodi anche molto diversi.
Questa ricerca di approcci differenti è figlia dell’idea che non esistono la malattia mentale, la sfortuna o la colpa. Ogni difficoltà porta con sé una lezione. Ogni crisi apre la via al cambiamento. Sono convinto che ogni scelta consapevole e sincera sia la strada per migliorarsi, per superare le difficoltà e realizzare il proprio potenziale.
Il mio obiettivo è quindi di facilitare l’adesione alle proprie scelte consapevoli, affinché il proprio essere entri globalmente in uno stato di benessere. Così che si possano prendere scelte valide per avere successo nella vita. Nel suo libro classico “the inner game of tennis” Gallway da una valida definizione del coaching:
“liberare le potenzialità di una persona perché riesca a portare al massimo il suo rendimento; aiutarla ad apprendere piuttosto che limitarsi a impartirle insegnamenti”
Desidero aggiungere un’altra cosa.. Non dobbiamo aver paura della felicità, perché è il nostro più grande tesoro. Nessuno è felice perché possiede qualcosa. Siamo felici quando ci sentiamo riconoscenti di ciò che abbiamo.
Con questa consapevolezza come guida possiamo fare tutto ciò che occorre per raggiungere, coltivare e realizzare qualsiasi obiettivo, come l’amore, la famiglia, il lavoro, il denaro, il rispetto, il talento, ecc..
Se hai bontà d’animo, umiltà e volontà troverai la tua ricetta per la felicità su questo mondo.
Ora che ho chiarito brevemente la mia posizione nel mondo della crescita personale ti invito a contattarmi per parlarne di persona.